giovedì 20 settembre 2012
Fotovoltaico e non solo al KLIMAENERGY 2012
giovedì 23 agosto 2012
EU PVSEC, Francoforte - 24/28 settembre 2012
giovedì 12 luglio 2012
Il fotovoltaico a Torino: installiamolo sui nostri tetti
lunedì 18 giugno 2012
Dossier Kyoto 2012
La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha presentato il nuovo dossier Kyoto 2012 per dimostrare al mondo che l’Italia può farcela a raggiungere gli obiettivi contenuti nel Protocollo. Secondo le stime pubblicate, infatti, la penisola ha già centrato nel 2011 l’obiettivo Kyoto con la probabilità che anche nel quinquennio 2008-2012 vengano raggiunti i livelli richiesti (-6,5%).
Ma a guastare la festa una delibera attualmente in discussione al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che utilizzando criteri di calcolo differenti da quelli previsti dal Protocollo e dall’ISPRA fa apparire l’Italia ben lontana dagli obiettivi di Kyoto con una riduzione pari solo all’1,5% facendo riferimento ai livelli di inquinanti registrati nel 1990.
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Fondazione, Edo Ronchi, fanno emergere emissioni che in Italia sono state quantificate pari a 490 Mt CO2eq, che diventano 478 tenendo conto degli assorbimenti forestali (-10,2 Mt) e dei meccanismi flessibili (-2 Mt), come previsto dal Protocollo. Rispetto al 1990, quindi le emissioni nazionali sono scese del 7,4%, a fronte del target pari al -6,5% (483,3 Mt CO2eq).
“Anche se è presto per fare un consuntivo per il quinquennio 2008-2012 osserva Ronchi- è molto probabile che nel complesso l’Italia arriverà molto vicina anche al target e che l’eventuale sforamento sarà tutto a carico del solo 2008, l’anno più lontano del periodo considerato. Si tratta di un trend incoraggiante per lo sviluppo di una green economy italiana e per guardare avanti, verso i nuovi e più impegnativi target di riduzione delle emissioni al 2020 e al 2030”. A questo punto la speranza espressa da Edo Ronchi è che i conti registrati nella delibera del Cipe vengano opportunamente rivisti anche perché non tengono conto né dell’assorbimento forestale “Non mi pare proprio né il caso, né il momento –conclude Ronchi- di produrre, con modalità contabili inedite e quantomeno discutibili, un aumento possibile degli oneri a carico del sistema Paese”.
Fonte: rinnovabili.it
mercoledì 30 maggio 2012
Dai spazio al fotovoltaico: affitta il tuo tetto
giovedì 19 aprile 2012
Energy Audit App
venerdì 30 marzo 2012
Rinnovabili: si può risparmiare...
Una ricerca dell'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle fonti energetiche ecologiche rivela: per il paese un beneficio netto parti a 76 miliardi di euro e più 130mila posti di lavoro.
UN BENEFICIO economico netto pari a 76 miliardi di euro (più di una Finanziaria pesante). Un aumento dell'occupazione misurabile in 130 mila posti di lavoro (23 volte i dipendenti della Mirafiori). Una crescita della capacità di export di 3 miliardi di euro l'anno (un decimo di tutto l'export agroalimentare). Una diminuzione della dipendenza del Paese equivalente a 13 miliardi di metri cubi di gas l'anno (ben più degli 8 miliardi di metri cubi estratti attualmente in Italia).Sono i benefici che si possono ottenere evitando di strangolare la crescita delle fonti rinnovabili in Italia. Li ha misurati una ricerca condotta dall'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle rinnovabili presieduto da Andrea Gilardoni, dell'università Bocconi, con il supporto di Anev, Aper ed Enel Green Power.
I dati sono stati calcolati mettendo a fuoco i benefici che sono stati effettivamente prodotti nel periodo 2008 - 2011 e proiettandoli al 2030. L'analisi parte dal riconoscimento di una serie di errori compiuti nel settore: peso eccessivo degli oneri autorizzativi, inefficace controllo sugli incentivi, normativa incostante. E da una serie di difficoltà oggettive: crisi economica, sovrapproduzione del sistema elettrico, difficoltà di adattamento della rete al nuovo assetto della generazione distribuita dell'energia (oggi non ci sono più solo poche grandi centrali ma oltre 400 mila punti di produzione elettrica pagati dalle famiglie, dagli artigiani e dalle piccole imprese).Nonostante queste difficoltà il settore è in grado di decollare. Lo studio analizza ad esempio il caso del fotovoltaico. Oggi per incentivare 13 gigawatt di capacità installata sono impegnati 5,6 miliardi di euro l'anno. Con altri 1,4 miliardi (più 25%) la capacità produttiva crescerà dell'80% al 2016 e raggiungerà poi, senza ulteriori incentivi, i 30 gigawatt nel 2020. E' uno sviluppo in linea con le prospettive globali, caratterizzate da una rapida crescita del settore: nel 2011 gli investimenti globali per le rinnovabili hanno superato i 240 miliardi di euro. Un mercato in cui l'Italia ha cominciato a inserirsi con una certa efficacia negli ultimi 4 - 5 anni utilizzando capacità nel settore della meccatronica e della ricerca avanzata (ad esempio i brevetti di Rubbia e Angelantoni per il solare termodinamico).
"Congelare in modo brusco gli investimenti invece di pilotare una discesa morbida significherebbe uccidere un intero comparto produttivo e dare un colpo micidiale all'occupazione", osserva Simone Togni, presidente di Anev. "Le scelte contraddittorie del passato governo e le incertezze di questa fase del governo Monti hanno già prodotto una netta frenata nel mercato dell'eolico. Se gli impegni presi continueranno a essere rimessi in discussione e le scadenze normative a non essere rispettate le industrie del settore saranno costrette a chiudere e al posto dei benefici ci saranno oneri aggiuntivi per i contribuenti perché la bolletta energetica salirà e l'occupazione scenderà".
Fonte: LaRepubblica.it
mercoledì 29 febbraio 2012
Piemonte, novità per fonti rinnovabili e biomasse
Energethica - 24/26 Maggio 2012
martedì 14 febbraio 2012
Primo rapporto sull’efficienza energetica
L’ENEA ha realizzato il suo primo rapporto sull’efficienza energetica. Ha presentato uno strumento che consente di fornire dati sugli attuali sviluppi delle strategie di efficienza nel sistema energetico italiano e, al tempo stesso, indicazioni utili al miglioramento delle prossime politiche nazionali di efficienza e risparmio. Lo studio ha messo in risalto alcuni aspetti legati, ad esempio, all’evoluzione dell’intensità energetica italiana, dove è stato registrato un miglioramento dell’efficienza pari al 10,4% tra 1990 – 2009, causato a sua volta dai progressi regolari e costanti delle misure di efficienza nel settore residenziale e dall’improvviso incremento, nell’ultimo periodo, di azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici in ambito industriale. “Su questo punto potremmo spingere ulteriormente verso la modulazione dei carichi energetici – ha suggerito Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas – così avremmo dei miglioramenti notevoli nella riduzione dell’intensità energetica, nel bilanciamento della crescita di domanda di elettricità ed nell’integrazione armonizzata delle fonti rinnovabili allacciate alla rete elettrica”.
Sono stati riportati i dati legati alla valutazione dei risparmi energetici conseguiti a livello regionale con l’attuazione delle principali misure nazionali di incentivazione, dove, nel triennio 2007-2009, è stato evidenziato un primato di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna rispetto a tutte le altre regioni per ciò che riguarda sia il fronte degli investimenti “EE” (stimati ad oltre il 60%) che il contenimento dei consumi, con una “razionalizzazione” di circa il 64% grazie agli interventi di riqualificazione energetica. Male invece il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Valle D’Aosta che, nello stesso periodo di riferimento, hanno riportato solo il 2% di investimenti e l’1% di risparmio energetico. “Per quel che riguarda i certificati bianchi – ha sottolineato Walter Cariani dell’unità tecnica efficienza energetica ENEA - le regioni dove sono stati rilasciati il maggior numero di TEE nel periodo 2007-09 sono la Lombardia, la Toscana, il Piemonte ed il Lazio”. In particolar modo l’installazione di impianti fotovoltaici a Torino ha fatto si che il Piemonte raddoppiasse la produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili. Anche i pannelli solari a Torino sono stati abbondantemente installati su molte abitazioni indipendenti. Sul futuro energetico dell’Italia in materia di efficienza Cariani suggerisce inoltre un “rilancio delle nuove politiche energetiche bilanciate su un mix di regole ed incentivi più stabili”. Su questa questione è intervenuto anche Graziano Del Rio (presidente dell’Anci), che ha ribadito la necessità di “ridurre sia la nostra dipendenza energetica da altri Stati, ma anche di ridurla all’interno del nostro stesso Paese”. Secondo Del Rio infatti – “l’Italia farebbe una cosa positiva se ad esempio promuovesse sempre più l’autosufficienza energetica degli edifici”. “Abbiamo infatti visto che nel settore residenziale siamo attualmente al di sotto degli standard fissati dalla media europea sull’efficienza energetica.”